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Non c’è nessuno che ami tanto
quanto chi dona per un amico
la propria vita, senza rimpianto.
Così per quelli che tanto amava,
per i fratelli che s’era fatto,
Gesù Signore donò la vita:
e senza nulla chiedere in cambio.
“Dell’ora triste tu, Padre buono,
vedi l’angoscia, sai l’abbandono:
a te m’affido, fai ciò che vuoi”.
Così pregava, quasi in silenzio,
triste ed oppresso dal suo dolore.
Così pregava, gridando forte,
andando, solo, verso la morte.
“Amici cari, la morte vera,
– senza speranza – è quella sola
che dentro il cuore spegne l’amore”.
Così spiegava per chi l’udiva
quello che vale la vita umana;
mentre annunciava, per chi capiva,
quale salvezza schiude la croce.
“Nel tempo estremo – ed è ormai questo –
sarò tradito, percosso, ucciso:
amico, credi, ma il terzo giorno sarò risorto”.
Così promise, sereno, al mondo
che non comprese tanto mistero;
ora sappiamo, che disse il vero:
egli è risorto, vive tra noi.
“Beato l’uomo che in me confida:
quest’oggi stesso sarai con Cristo
nel regno eterno”.
Così la morte fece beata
di chi, nel male, confida in lui;
di chi, sgomento, nell’abbandono,
muore portando la stessa croce.